Un progetto che prende vita nel 2015, con lo scopo di formare una rete territoriale, il più capillare possibile, di Medici Odontoiatri esperti nel riconoscimento precoce dei segnali di violenza o abusi sulle donne e, in generale, su soggetti vulnerabili e discriminati della popolazione, Se è vero, infatti, che Il 40% delle donne con un trauma nella zona “testa-collo” sono vittime di violenza, ecco che le eventuali lesioni al volto, e in modo particolare quelle, anche piccolissime, ai denti, possono rivelarsi come dei veri e propri indicatori e campanelli d’allarme. Ma per saper gestire situazioni difficili e delicate, dove la violenza non sempre si esprime attraverso segni fisici evidenti, è importante certamente saper intercettare gli eventuali traumi, ma anche poter contare su un rapporto di fiducia medico-paziente. E l’odontoiatria, oltre al medico di base, è uno dei professionisti a cui ci si rivolge con più frequenza, instaurando, presumibilmente, un legame più stretto che con altri specialisti medici.
Proprio per questo, e come primo passo imprescindibile, è stato avviato un percorso formativo attraverso la creazione di un corso FAD dove particolare attenzione è stata posta alle tecniche più appropriate di riconoscimento e intervento, nonché alla descrizione e interpretazione delle leggi e normative vigenti in materia di violenza di genere. Dopo questa fase iniziale, la vastissima e capillare rete di studi ANDI, oltre 26.000 soci su tutto il territorio nazionale di cui una parte non certo irrilevante formata da odontoiatrie donne, unita alla formazione del maggior numero possibile di propri soci, può davvero rappresentare un ulteriore presidio e un punto privilegiato di monitoraggio nei territori, in grado di attivare gli eventuali approfondimenti in modo tempestivo ed efficace.
Così come per i tumori del cavo orale, le apnee notturne e altre patologie, ecco che gli odontoiatri diventano, anche nei casi di violenza, “sentinelle” nei propri territori e si uniscono a tutti quei soggetti che da tempo sono già impegnati sul campo in un’attività di contrasto e di supporto alle vittime di abusi: medici di base, pediatri, ginecologi, psichiatri e psicologi insieme al personale infermieristico, alle Forze dell’ordine, agli assistenti sociali, agli avvocati e a tutte quelle associazioni che offrono il proprio operato nei Pronto Soccorso, con il 118, nei Centri Antiviolenza.
Il progetto AlatHa Onlus “Le Ali del Sorriso”.