Viviamo in un periodo storico ove l’indifferenza e l’individualismo sono degli antivalori che purtroppo si stanno affermando nella nostra società, in modo silente. Sarà la tecnologia, sarà la crisi economica che stiamo attraversando che favorisce questo rinchiudersi in se stessi, ecco l’Associazione Mede@, fondata da soli uomini, si è evoluta per contrastare la violenza di genere e in genere. Questo isolamento sociale porta donne e ragazzi ad essere vittime di questa anomia sociale, di cui non si rendono conto, per un falso sentimento di vergogna, ma si dovrebbero vergognare coloro che sono gli artefici di abusi, molestie, violenza, bullismo, cyber bullismo, e stalking nei confronti di persone più deboli perché in buona fede. Questi fenomeni nascono da una cultura in parte patriarcale ma anche dal vissuto personale di persone che a loro volta hanno subito abusi o violenze o hanno avuto nella loro esperienza di vita modelli educativi violenti, ed anche anaffettivi. Per questo MEDE@ oltre ad offrire servizi alle persone che subiscono tali situazioni punta ad una cultura della prevenzione che è l’unico modo per combattere mentalità disturbate. Essendo questo un fenomeno culturale individuiamo nelle scuola la base della prevenzione in un rapporto triangolare tra ragazzi,
Educare al rispetto della persona, ad accettare un rifiuto, a considerare le diversità come una opportunità, a saper gestire la propria aggressività affinché non diventi violenza, sono temi che possono sembrare banali ma sono le fondamenta della convivenza civile, perche la tolleranza e il dialogo sono possibili solo se esiste un rispetto dell’altro.
Valori antichi che troviamo nelle sacre scritture, “dal non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te”, al “chi è senza peccato scagli la prima pietra” che disse Gesù Cristo nei confronti di un gruppo di farisei che volevano lapidare una donna per adulterio.
Valori antichi ma sempre attuali, che dobbiamo far rivivere nella nostra società per tanto MEDE@ ha questo duplice scopo supporto alle donne e a tutte quelle persone che subiscono abusi, violenza sia in ambito famigliare che nella società compresi i luoghi di lavoro ma anche quello di diffondere ed irradiare una cultura del rispetto della persona.
Il femminicidio è purtroppo la conseguenza di una evoluzione esponenziale di comportamenti violenti a cui non si è dato la dovuta attenzione, sia da parte della donna nel subire questi comportamenti considerandoli dei raptus ma di una persona che ” l’ama”, sia da parte delle persone che gli sono vicine , ma anche lo stesso violento che confonde come normali questi suoi raptus , e pensa di poterli gestire. Questa fragilità emotiva dell’uomo che deve essere celata perche un modello culturale lo impone, modello che considera la donna, i figli come oggetti del suo possesso. Questa visione distorta dell’amore inteso come possesso che tende ad oggettivizzare la persona umana, porta molte persone a considerare la famiglia , o una persona come propria esclusiva proprietà privata.Lo stesso fenomeno del bullismo e cyber bullismo trova la sua radice in modelli culturali violenti o nella incapacità di gestire la propria rabbia e dunque la si scaglia contro chi si presta ad essere la vittima sacrificale per una falsa affermazione del sé. Inoltre nel cyber bullismo prevale una grande incoscienza e comprensione del fenomeno del social come una piazza virtuale i cui effetti sono devastanti per chi subisce queste forme di violenza.
Siamo consapevoli che ci troviamo di fronte a drammi che lacerano le famiglie, che va superato un senso di vergogna perché le vittime, purtroppo, si addossano la responsabilità dell’accaduto, e a volte lo stesso carnefice è stato a sua volta una vittima, ma questa consapevolezza non ci fa essere buonisti, ma determinati a sviluppare la nostra iniziativa consapevoli che senza una cultura delle responsabilità non è possibile sviluppare una cultura del rispetto.
Per realizzare il nostro progetto abbiamo ci avvaliamo del supporto di professionisti, avvocati, psicologi, assistenti sociali, sociologi, in un team che garantisca sia il supporto alla persona che iniziative che favoriscono la prevenzione onde evitare futuri violenti figli di ambienti violenti.
Alberto Polini
Susanna Loriga
Anita Mangialetto
Pietro Vavalli
Giovanni Frasca
Alessandro Diotallevi
Simona Gobbi
Andrea Sommavilla
Niccolo’ Casinelli
Delegato della città di Arpino
Caterina de Fusco
Diletta Chiusaroli
Sara Morillon
Responsabile area psicologica
Carlo Marci
Project Leader
Cristina Perozzi
Project Manager area Diritto
Gabriel Vigorito
Project Manager area
Comunicazione
Alessandra Ortenzi
Project Manager area
Formazione
Domenico Giacchini
Project Manager area
Organizzazione
Maura Gentile
Referente Responsabile progettazione
bandi e sponsor
Milena Contreras
Responsabile progettazione
bandi e sponsor
Mauro Meloni
Responsabile Contrattualistica –
rendicontazione – contabilità – lista
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