Gestire positivamente le relazioni ai tempi del coronavirus

L’emergenza sanitaria internazionale ha richiesto l’attuazione di alcuni provvedimenti restrittivi, approvati dal Governo, assolutamente necessari.

Stiamo vivendo un periodo difficile nel quale a tutti noi viene richiesto il sacrificio collettivo di restare il più possibile nelle nostre abitazioni per fermare la diffusione del Coronavirus. La situazione di emergenza ha causato un cambiamento radicale nelle abitudini di tutti. Vedersi chiusi dentro le proprie case, costretti a interrompere le rassicuranti abitudini giornaliere , crea uno stato di disorientamento e una serie di stati emotivi che vanno dalla negazione del problema, alla rabbia fino alla tristezza . Si può affrontare tutto questo, innanzitutto pensando al riferimento temporale: è importante capire che si tratta di una situazione transitoria . Bisogna evitare la sovraesposizione mediatica: consiglio a tutti non più di 2 notiziari per restare informati , o comunque due momenti di informazione soltanto da fonti ufficiali . Ascoltare musica , dedicarsi a letture che avevamo abbandonato e, sopratutto, è importante spostare l’attenzione ( tolti i momenti informativi necessari) dal problema COVID-19 perché altrimenti si rischia uno stato di allerta costante con conseguente ansia generalizzata e stati depressivi che non giovano al nostro sistema immunitario. Si puo’ praticare attivita’ fisica , cercando di riorganizzarci , seppur dentro casa, proseguendo la nostra progettualita’ di vita per combattere la noia. È importante la cura del proprio corpo per non perdere le nostre piccole abitudini ed evitare il pigiama tutto il giorno .Altresi’, si puo’ approfittare del momento per dedicarsi a quelle attivita’ per le quali prima non avevamo mai tempo . È importante anche il ruolo dei social per soddisfare il bisogno di aggregazione evitando , però, la lettura di post senza alcuna validità scientifica che tendono a distorcere la realta’ o creare allarmismo . Anche per i social , come per i media informativi, bisogna evitare la sovraesposizione perché è fondamentalmente non perdere il contatto con la concretezza del fare per evitare un accumulo di tensione . Le neuroscienze hanno dimostrato che le attività manuali sono il modo ideale per allenare la concentrazione e dimenticare i problemi. Consentono anche di sviluppare la psicomotricità e riducono i livelli di stress.

Un’importante analisi da parte del King’s College di Londra , pubblicata su The Lancet, ha preso in esame 3166 pubblicazioni scientifiche su diverse epidemie tra cui la Sars, l’ebola e l’influenza pandemia H1N1 . Il gruppo di ricerca ha selezionato 20 studi condotti in 10 paesi . La ricerca , pur avendo i limiti riconosciuti dall’OMS, fornisce una base scientifica a quello che già il buon senso sembra suggerire: i periodi di quarantena possono avere effetti psicologici profondi e duraturi, soprattutto sulle fasce della popolazione più deboli. I soggetti più colpiti a lungo termine , sarebbero i medici e il personale ospedaliero .

Secondo i ricercatori, è possibile rendere i periodi di isolamento “più tollerabili per il maggior numero di persone possibile”, seguendo una serie di accorgimenti.

Una delle misure necessarie da adottare da parte di un governo è quella di spiegare con chiarezza che cosa sta succedendo, garantendo una comunicazione istituzionale trasparente senza, però, esagerare con il carico di informazioni per evitare di sottoporre la popolazione a un carico eccessivo di stress .

Dobbiamo ricordare che il vero danno è il panico o, comunque, l’ansia che supera certi livelli o , come si suol dire , ansia generalizzata o ansia sine materia !

L’ansia funzionale, conosciuta come sana paura , è fondamentale perché rappresenta un istinto di sopravvivenza, legato anche al bisogno di informarsi e di seguire le indicazioni per tutelare se stessi e quindi anche gli altri .La paura è un sentimento che emerge quando si avverte un pericolo e che a livello cerebrale attiva l’amigdala e scatena una reazione fisica ed ormonale che mette il corpo in allerta. Noradrenalina e Cortisolo entrano in circolo in maggiori quantità e preparano il corpo all’azione. Nel momento in cui viviamo con la paura costante , andiamo incontro a livelli di stress non più funzionali e adattivi ma malsani ( distress) che possono causare un “effetto tunnel vision” che distorce o amplifica le percezioni. Il panico può causare, inoltre, il rifiuto inconsapevole delle notizie necessarie per aiutarci a mettere in atto i comportamenti adeguati e preventivi . La razionalità viene messa in secondo piano e si risponde al pericolo invisibile, che non può essere affrontato fisicamente, in modo completamente istintivo : Le immagini degli scaffali vuoti di alcuni supermercati o dei treni presi d’assalto , ne sono una dimostrazione.

È importante ricevere informazioni chiare e non discordanti, come viene rimarcato anche dal gruppo del King’s College, per rassicurare e limitare il più possibile quelle reazioni dettate dal panico, come i viaggi in treno senza alcuna cognizione delle conseguenze .

Dal Consiglio Nazionale dell’Ordine Psicologi è partito il progetto ” psicologi contro la paura” attraverso attività mirate di informazione e sostegno, come quello promosso dall’Ordine psicologi Regionale dell’Abruzzo attraverso la creazione di sportelli psicologici a distanza con l’obiettivo di non lasciare sole le persone che hanno necessità di ascolto per affrontare ansie, paure e dubbi legati all’attuale emergenza. Inoltre é disponibile, dal sito del Consiglio nazionale, il vademecum psicologico che si può scaricare sul sito www.psy.it per avere alcune informazioni base per gestire l’ansia .

Per quanto concerne i ragazzi, le relazioni sociali, gli incontri e le amicizie rappresentano la dimensione fondamentale della loro vita e vivono il gruppo come punto di riferimento primario. Inoltre stando a casa , con i genitori che alcune volte per causa di forza maggiore non ne rispettano la privacy, si possono acuire ansie legate a un senso di oppressione . Per questo è il momento di avere pazienza, evitando di rinforzare i momenti di disaccordo e adottando degli stili di coping adeguati . Le capacità di coping ( dall’inglese to cope ” far fronte “) sono delle strategie psicologiche con le quali facciamo fronte a un nuovo problema o situazione stressante. Il coping trasformativo mette in atto delle strategie che , piuttosto che evitare la situazione, aiutano ad affrontare gli eventi mettendo in atto nuove modalità più flessibili , positive e tarate sul presente senza utilizzare forzatamente delle modalità rivelatesi funzionali nel passato ma che in questo momento di convivenza h24 devono essere modulate proprio perché lo richiede il momento particolare che stiamo vivendo.

Coltivare hobby e stare in contatto, attraverso chiamate o chat , con i propri amici . La formazione a distanza è fondamentalmente per non interrompere la progettualita scolastica e il rapporto con i propri compagni e docenti , restituendo una ” normalità ” in un momento in cui il cambio di vita è stato repentino e non graduale, e per questo molto più difficile da metabolizzare.

Cosa fare dunque per gestire positivamente le relazioni sotto stress?

Di seguito vi diamo alcuni consigli.

Preserva il tuo benessere psicofisico
Rispetta il ritmo sonno-veglia, mangia sano e a orari regolari, cerca di svolgere un po’ di attività fisica anche in casa.
Evita di scaricare la tensione sugli altri
Fai esercizi, cura la casa o impegnati in qualunque altra attività che ti faccia scaricare la tensione e stare bene.
Ritagliati degli spazi
Preservare uno spazio personale è importante per controllare il livello di stress, cerca quindi di crearti degli spazi, anche solo di un’ora, per coltivare i tuoi interessi e rispetta gli spazi altrui.
Mantieni contatti sociali
Mantieni i contatti, anche solo virtualmente, con amici, parenti e persone significative, per confrontarti sulle tue emozioni e su ciò che stai vivendo.
Se sei in difficoltà, chiedi aiuto
Tutti possiamo avere bisogno di un sostegno o anche solo di chiarirci le idee o di gestire al meglio le emozioni, quindi, se ti trovi in difficoltà, non temere di chiedere aiuto.

Un grazie di cuore a tutti i professionisti di Mede@onlus che hanno contribuito alla realizzazione di questo “vademecum”.

Dott.ssa Susanna Loriga, Dott.ssa Anna Calabresi, Dott.ssa Silvestri Lorenza, Dott.ssa Anna Rita Tatone, Andrea Silvestrone, D’Antuono Vincenzo, Dott.ssa Rita D’Arcangelo, Dott.ssa Cinzia D’Intino, Dott.ssa Tiziana Di Gregorio, Dott.ssa Di Paola Mariella, Dott.ssa Patrizia Lupini, Dott.ssa Marcella Barbara, Dott. Papeo Francesco, Dott.ssa Serena Pucci, la Vice Presidente Mede@onlus Franca Minnucci, la portavoce Mede@onlus Catia Acquesta, il Responsabile Nazionale apertura sportelli Mede@onlus Francesco Longobardi ed il Coordinatore Nazionale Daniele Natalizia.

Il Presidente Mede@onlus

Avv. Alberto Polini